Stoccolma e la Svezia
come nessuno te le ha ancora raccontate.
Federico Puggioni

Federico Puggioni

Nato a Cagliari, ho studiato a Bologna e Copenhagen. Vivo a Stoccolma dal 2006 dove lavoro come insegnante e guida della città. Sono blogger freelance dal 2005 ed ho collaborato con alcune testate giornalistiche con articoli su Stoccolma e la Svezia. Nel 2014 ho fondato StockholMania Tours, portale attraverso cui offro visite guidate di Stoccolma e dintorni.
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Dragon Gate: la Cina svedese

Chi ha percorso la principale autostrada svedese (E4), nel tratto tra Uppsala e Gävle, sa bene di cosa si tratta. Dopo chilometri e chilometri di bosco e di campi, appare, quasi all’improvviso, un imponente edificio in pietra di dieci piani. Impossibile da non notare: primo, per la sua dimensione; secondo, per le sue caratteristiche non propriamente in sintonia con l’ambiente. Diciamo pure che la costruzione in questione non ha assolutamente niente a che fare con la Svezia. Perché?

Ecco una prima risposta.

"Dragon Gate Älvkarleby Sweden 001" av Riggwelter - Eget arbete. Licensierad under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.
Il Dragon Gate” foto di RiggwelterEget arbete. Licensierad under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.

Ecco a voi il Dragon Gate. Un progetto che racchiude in sé denaro, ambizione, critiche, questioni burocratiche e problemi giudiziari. Un luogo per tanti misterioso, in quanto ben pochi – in questi anni – hanno deciso di fare una pausa dalla guida e soddisfare la curiosità di saperne di più.

In questo terreno del comune di Älvkarleby venne costruito un albergo/motel già nel 1986. Gli affari non andarono come previsto e, due anni dopo, i proprietari furono costretti a dichiarare bancarotta. Fu così che l’edificio passò nelle mani dell’Ufficio Immigrazione svedese che ne fece residenza per i richiedenti asilo politico. Nel 1992 la struttura cambiò proprietà e nel 2004 fu a sua volta acquistata dall’imprenditore cinese Jingchun Li, che la ribattezzò, per l’appunto, Dragon Gate.

L’idea di Jingchun era quella di fare diventare il Dragon Gate un centro commerciale e culturale che potesse fare incontrare cultura, tradizioni e – soprattutto – uomini d’affari cinesi e svedesi in un unico luogo e in un luogo unico. Ci è riuscito? No. Perché anche Jingchun fu costretto a dichiarare bancarotta nel 2009.

L’imprenditore fece comunque in tempo a vedere completa la prima tappa del progetto: nel 2008 è stato aperto al pubblico un museo che ospita – tra le altre cose – una copia (in scala molto ridotta) del famoso “Esercito di Terracotta”. Anche il ristorante, sebbene con problemi di riscaldamento, ha cominciato la sua attività.

"TKArme" av Franke 1 - Eget arbete. Licensierad under CC BY 3.0 via Wikimedia Commons.
TKArme” av Franke 1Eget arbete. Licensierad under CC BY 3.0 via Wikimedia Commons.

Ma il tempio, la scuola di kung-fu e – soprattutto – il nuovo hotel (tutti rientranti nei disegni originali) non hanno rispettato i tempi di apertura previsti. Per quest’ultimo, composto da 56 stanze in stile rigorosamente cinese, l’inaugurazione è programmata fra qualche settimana. Salvo imprevisti. E salvo problemi burocratici e giudiziari: il progetto è stato più volte bloccato, negli anni scorsi, per inottemperanze legate a condizioni di lavoro e a permessi edilizi. Non ci sarebbe da stupirsi se la storia si ripetesse.

Tuttavia in casa Dragon Gate si continua a pensare in grande. Quando la struttura sarà pienamente a regime, Kenny Li – il nuovo amministratore delegato – vorrebbe costruire nella zona una “Dragon Land”, con annessa una vera e propria città cinese. Si vorrebbe altresì edificare qui la più grande statua di Buddha al mondo ed importare un panda in carne ed ossa.

Vedremo quello che succederà.

 

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