Chi ha percorso la principale autostrada svedese (E4), nel tratto tra Uppsala e Gävle, sa bene di cosa si tratta. Dopo chilometri e chilometri di bosco e di campi, appare, quasi all’improvviso, un imponente edificio in pietra di dieci piani. Impossibile da non notare: primo, per la sua dimensione; secondo, per le sue caratteristiche non propriamente in sintonia con l’ambiente. Diciamo pure che la costruzione in questione non ha assolutamente niente a che fare con la Svezia. Perché?
Ecco una prima risposta.

Ecco a voi il Dragon Gate. Un progetto che racchiude in sé denaro, ambizione, critiche, questioni burocratiche e problemi giudiziari. Un luogo per tanti misterioso, in quanto ben pochi – in questi anni – hanno deciso di fare una pausa dalla guida e soddisfare la curiosità di saperne di più.
In questo terreno del comune di Älvkarleby venne costruito un albergo/motel già nel 1986. Gli affari non andarono come previsto e, due anni dopo, i proprietari furono costretti a dichiarare bancarotta. Fu così che l’edificio passò nelle mani dell’Ufficio Immigrazione svedese che ne fece residenza per i richiedenti asilo politico. Nel 1992 la struttura cambiò proprietà e nel 2004 fu a sua volta acquistata dall’imprenditore cinese Jingchun Li, che la ribattezzò, per l’appunto, Dragon Gate.
L’idea di Jingchun era quella di fare diventare il Dragon Gate un centro commerciale e culturale che potesse fare incontrare cultura, tradizioni e – soprattutto – uomini d’affari cinesi e svedesi in un unico luogo e in un luogo unico. Ci è riuscito? No. Perché anche Jingchun fu costretto a dichiarare bancarotta nel 2009.
L’imprenditore fece comunque in tempo a vedere completa la prima tappa del progetto: nel 2008 è stato aperto al pubblico un museo che ospita – tra le altre cose – una copia (in scala molto ridotta) del famoso “Esercito di Terracotta”. Anche il ristorante, sebbene con problemi di riscaldamento, ha cominciato la sua attività.

Ma il tempio, la scuola di kung-fu e – soprattutto – il nuovo hotel (tutti rientranti nei disegni originali) non hanno rispettato i tempi di apertura previsti. Per quest’ultimo, composto da 56 stanze in stile rigorosamente cinese, l’inaugurazione è programmata fra qualche settimana. Salvo imprevisti. E salvo problemi burocratici e giudiziari: il progetto è stato più volte bloccato, negli anni scorsi, per inottemperanze legate a condizioni di lavoro e a permessi edilizi. Non ci sarebbe da stupirsi se la storia si ripetesse.
Tuttavia in casa Dragon Gate si continua a pensare in grande. Quando la struttura sarà pienamente a regime, Kenny Li – il nuovo amministratore delegato – vorrebbe costruire nella zona una “Dragon Land”, con annessa una vera e propria città cinese. Si vorrebbe altresì edificare qui la più grande statua di Buddha al mondo ed importare un panda in carne ed ossa.
Vedremo quello che succederà.