Stoccolma e la Svezia
come nessuno te le ha ancora raccontate.
Federico Puggioni

Federico Puggioni

Nato a Cagliari, ho studiato a Bologna e Copenhagen. Vivo a Stoccolma dal 2006 dove lavoro come insegnante e guida della città. Sono blogger freelance dal 2005 ed ho collaborato con alcune testate giornalistiche con articoli su Stoccolma e la Svezia. Nel 2014 ho fondato StockholMania Tours, portale attraverso cui offro visite guidate di Stoccolma e dintorni.
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Elezioni 2014: la situazione

parlamento svedeseIn Svezia è tempo di campagna elettorale. Il mese prossimo sono infatti in programma, puntualissime, le elezioni per il rinnovo del Parlamento (oltre che di tutti i consigli comunali e “provinciali”).

I risultati, su scala nazionale, non sono affatto scontati. Dopo gli otto anni di governo di centrodestra targato Fredrik Reinfeldt (fatto di per sé contro tradizione, visto il dominio quasi incontrastato che il Partito Socialdemocratico ha da sempre esercitato nella politica democratica del Paese) un cambio di colore rispetterebbe la fisiologia dell’alternanza. I sondaggi andrebbero in questa direzione: i Nuovi Moderati (partito del premier) hanno perso terreno e appeal tra gli elettori; i partiti minori della stessa coalizione hanno seguito più o meno lo stesso trend al ribasso.

Dall’altra parte, i partiti di opposizione non navigano certo in acque migliori. Il Partito Socialdemocratico, negli ultimi dieci-quindici anni, ha perso la sua verve e – a periodi – anche la leadership indisturbata di maggiore partito svedese (a favore dei Nuovi Moderati). Ultimamente è in leggera ripresa, ma il rischio di toccare il minimo storico alle elezioni è reale. Gli altri partiti della coalizione (la Sinistra e i Verdi), per quanto abbiano strategie differenti, sanno che potranno risultare determinanti per i risultati finali e per la conseguente formazione del nuovo governo. I governi di minoranza socialdemocratica ci sono già stati nella storia svedese, ma questa volta sarà molto improbabile che il partito che fu di Olof Palme abbia i numeri per poter ambire ad una tale alternativa.

All’orizzonte si profilano, dunque, due possibili scenari. Il primo vedrebbe il Partito Socialdemocratico costretto a formare il governo con Verdi (ed eventualmente – benché sia difficile che accada – con la Sinistra); il secondo – molto meno probabile – vedrebbe lo stesso Partito Socialdemocratico formare l’esecutivo con uno o più partiti dell’attuale coalizione di centrodestra, con il Partito della Sinistra relegato all’opposizione. Staremo a vedere.

Non bisogna poi sottovalutare il ruolo dei “Democratici di Svezia” (il partito omofobo di estrema destra) e quello di “Iniziativa Femminista“, un partito con già qualche anno di attività alle spalle che ha avuto un exploit alle ultime Elezioni Europee. Se il primo si aggira intorno al 10% dei consensi, per il secondo non è detto che il successo di maggio potrà ripetersi a settembre. In ogni caso, entrambi sono partiti al di fuori delle principali coalizioni che – numericamente parlando – potrebbero comunque portare ulteriore instabilità all’attività di Parlamento e Governo.

A proposito di partiti e di sondaggi, una rilevazione condotta da Novus mostra dei dati interessanti. Nel sondaggio si è sperimentata la “nettocrazia“: gli intervistati hanno potuto esprimere un voto a favore di un determinato partito ed un voto contro un altro partito. Significativamente, il Partito Socialdemocratico ha ottenuto più voti a favore e – in proporzione – pochi voti contro (per un netto del 22,4% dei consensi). Al contrario, i Nuovi Moderati hanno ottenuto – sempre in proporzione – parecchi voti contrari (per un netto dell’8,3%).

Gli unici partiti che hanno totalizzato un netto negativo sono, anche qui, gli “outsiders“: i “Democratici di Svezia” si sono attestati ad un -39,4%, Iniziativa Femminista al -7,5%.

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