Stoccolma e la Svezia
come nessuno te le ha ancora raccontate.
gelati svedesi a domicilio
Federico Puggioni

Federico Puggioni

Nato a Cagliari, ho studiato a Bologna e Copenhagen. Vivo a Stoccolma dal 2006 dove lavoro come insegnante e guida della città. Sono blogger freelance dal 2005 ed ho collaborato con alcune testate giornalistiche con articoli su Stoccolma e la Svezia. Nel 2014 ho fondato StockholMania Tours, portale attraverso cui offro visite guidate di Stoccolma e dintorni.
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Hemglass: il gelato a domicilio

Il carretto passava e quell’uomo gridava: gelati!“. Così si apre la famosissima canzone “I giardini di marzo”, una delle più belle e profonde scritte dal duo Mogol-Battisti. Ecco, in Svezia sopravvive ancora una versione un po’ più moderna di quel carretto: parliamo di Hemglass, tradotto “gelato a casa”, una delle aziende più famose e spesso molto discusse da queste parti.

 

La nascita di Hemglass

Fondata nel 1968 dagli svedesi Eric Ericsson (già proprietario di una piccola fabbrica di gelati) e Anders Gavlevik (un giovane studente che già lavorava come fattorino di fiori), Hemglass riesce da subito ad affermarsi nel mercato grazie a questa rivoluzionaria idea: consegnare gelati a domicilio. All’epoca il gelato era ancora un alimento di lusso, che magari veniva consumato in circostanze speciali, non esattamente semplice da trasportare e conservare: pensiamo, ad esempio, ai primissimi congelatori domestici…ed ai pochi che se ne potevano permettere uno!

Ecco che Hemglass, nel giro di pochi anni, si espande prima in tutta la Svezia, poi raggiunge Danimarca, Norvegia e Finlandia (sebbene con nomi e marchi diversi e con differenti destini). Tutto comincia ufficialmente il 23 settembre 1968, alle ore 16.15. Un piccolo furgoncino frigorifero si parcheggia presso un incrocio di Täby (località a nord di Stoccolma), quattro persone scendono dal furgone e vanno a bussare nelle case vicine raccogliendo gli ordini: qualcuno è scettico, qualcun altro ne è entusiasta. Il bottino della prima giornata di vendite è di 160 corone svedesi (poco più di 140€ odierni), ma il secondo giorno è già di 750 corone (quasi 700€ odierni!). Notevole, no?

 

Hemglass oggi

In questi cinquant’anni e più sono ovviamente cambiate tante cose e Hemglass ha conosciuto diversi passaggi di mano e altrettanti proprietari. Attualmente, dopo un periodo sotto l’egida della Nestlé, la compagnia è tornata in mani svedesi ed è composta da circa 30 filiali (gestite in gran parte con la formula del franchising), 400 impiegati, 300 furgoncini frigo uguali in tutto il Paese. Ci sono circa 150000 tappe di vendita fisse (ma si può richiedere un eventuale nuova tappa attraverso il sito web), con una copertura giornaliera di 15000 postazioni. Sempre attraverso il sito web è possibile anche tracciare in tempo reale la posizione dei furgoncini, sapere l’orario di arrivo e contattare direttamente il fattorino!

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Il furgoncino frigo di Hemglass

 

Il jingle e le polemiche

Arriviamo ora al tasto dolente. Sin dagli inizi i vari furgoncini hanno avuto l’ovvia esigenza di adottare un segnale sonoro di riconoscimento e di richiamo: con i rumori sempre più soffocanti delle città, la classica trombetta o ancor di più la campanella mal si adattavano allo scopo. Ed ecco che, a partire dalla metà degli anni Settanta, Hemglass decide di adottare un jingle composto dal direttore d’orchestra Robert Sund: una melodia (vagamente somigliante alla sigla dei film di Stanlio e Ollio) di cui lo stesso musicista ha rinnegato, almeno nella sua versione definitiva, più volte la paternità. Il jingle (che è marchio registrato) viene suonato a ripetizione quando i furgoncini si avvicinano alla postazione e quando vi arrivano.

Ma perché tasto dolente? Ebbene, nel tempo sono state tantissime le polemiche attorno a questa musichetta. Il motivo principale delle discordie? Il disturbo provocato dalla continua riproduzione del jingle ad alto volume! Qualcuno ha minacciato azioni legali; altri hanno definito lo stesso jingle un “suono che dà ai nervi” e un “atto terroristico” contro l’ordine pubblico. Un professore di Göteborg l’ha addirittura paragonato alla tortura della goccia cinese. Altri ancora hanno sporto denunce su denunce per disturbo della quiete pubblica, e qualcuno ha pure vandalizzato un furgoncino…

Ognuno la pensa un po’ come vuole chiaramente. Ciò che è inconfutabile è che questa melodia è la più (ri)conosciuta in tutta la Svezia! Altro che “Mamma mia” o “Pippi Calzelunghe”…

Ecco una vecchia simpatica pubblicità con la famosa musichetta e lo slogan “Hemsk musik. God glass.” (Tradotto: “Musica orribile. Gelato buono.)

 

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