Ora ci siamo davvero! Magdalena Andersson, dopo esattamente 100 anni dal suffragio universale in Svezia e 33 predecessori uomini, è la prima donna in assoluto a diventare Primo Ministro svedese. Il tutto, dopo una settimana (la scorsa) tanto storica, quanto contraddistinta da ribaltoni e colpi di scena più o meno inaspettati.
Ma ecco cosa è successo brevemente in 10 punti.
1) Il Primo Ministro uscente, Stefan Löfven, ormai esaurite le energie e pure quella sorta di inerzia politica che lo ha tenuto in sella per 7 anni (non senza scivoloni e cadute), ha rassegnato le dimissioni prima da Segretario del Partito Socialdemocratico e poi dalla carica di statsminister. Niente di così inaspettato, anzi: se non ci fosse stata l’enorme grana rappresentata dalla pandemia da Covid-19, probabilmente questo passo sarebbe arrivato molto prima.
2) Il Partito Socialdemocratico, già diversi mesi prima del congresso, ha lavorato per spianare la strada al nuovo segretario, individuato quasi immediatamente in Magdalena Andersson: classe 1967, economista e già direttrice dell’agenzia delle entrate svedese (Skatteverket), è stata la ministra delle finanze svedese in tutti i Governi Löfven. L’investitura ufficiale a segretaria è avvenuta il 5 novembre scorso. La candidatura a succedere allo stesso Löfven anche nella carica più alta dello Stato ne è stata diretta conseguenza, come vuole la prassi.
3) Il 24 novembre, concluse le consultazioni con i vari partiti, il presidente del Parlamento ha aperto le votazioni per ratificare la nomina di Magdalena Andersson a Primo Ministro. Nessun colpo di scena: i partiti di governo, Socialdemocratico e Verdi (che da soli non hanno una maggioranza parlamentare), il partito che il governo lo appoggia dall’esterno (Sinistra) e quello che lo “tollera” mediante astensione (il Partito di Centro), hanno dato il via libera.
4) Magdalena Andersson è diventata la prima donna Primo Ministro…ma anche no! Già, proprio così. Quella che si apprestava a diventare una data storica, si è ben presto trasformata nella cornice di una tragicommedia. Cosa è successo? Si fa presto a dirlo.
5) Il caso ha voluto che qualche ora dopo la seduta per il nuovo Primo Ministro, il Parlamento si sia nuovamente riunito per un’altra, importante votazione: la legge finanziaria 2022. E qui i nodi di una situazione parlamentare sempre più instabile e traballante sono venuti al pettine. Tutti.
6) Il Partito di Centro, strutturalmente liberista e contrario ad ogni forma di dialogo con i partiti più estremi, ha deciso di non appoggiare la manovra proposta dal Governo, condivisa anche dal Partito di Sinistra, etichettandola per l’appunto come “troppo di sinistra”. Questo si è tradotto nella vittoria delle opposizioni di destra che hanno visto approvata la propria proposta finanziaria.
7) La premier in pectore Magdalena Andersson si è subito affrettata a precisare che avrebbe comunque accettato di governare anche con il budget preparato dall’opposizione, e non sarebbe stata la prima volta nella storia svedese. Ma l’oste non aveva ancora presentato i suoi conti. E l’oste, in questo caso, altro non era che il partito alleato dei Verdi.
8) Il Partito dei Verdi, profondamente contrario a governare con una finanziaria di destra (che prevede, tra le altre cose, la riduzione delle tasse sulla benzina), ha deciso di abbandonare dopo sette anni il governo, richiamandosi critiche da svariatissime parti.
9) Magdalena Andersson, che ufficialmente non era ancora diventata premier (ciò sarebbe avvenuto solo dopo il “consiglio” con il Re di Svezia fissato per qualche giorno dopo), ha seguito una prassi costituzionale secondo cui se una parte di un governo di coalizione viene meno, il governo stesso ed il Primo Ministro devono nuovamente passare per il Parlamento. Detto in altri termini, Andersson si è dimessa preventivamente da una carica che non aveva fatto in tempo a ricoprire.
10) Si arriva a ieri, 29 novembre 2021. Il presidente del Parlamento ha riconvocato nuovamente la seduta per la votazione del Primo Ministro. Magdalena Andersson, con 176 voti tra favorevoli e astenuti (contro i 173 voti contrari), ha ottenuto, per la seconda volta in pochi giorni, la legittimazione a formare un nuovo governo. Un governo che sarà, per la prima volta da più di 15 anni, monocolore e socialdemocratico. I Verdi, che pure hanno votato a favore della Andersson, non siederanno – come detto – nel nuovo esecutivo. Oggi la presentazione ufficiale al Re Carl XVI Gustav: Magdalena Andersson è incontrovertibilmente la prima donna svedese a diventare Primo Ministro. (E novità nella novità, Lina Axelsson Kihlblom è la prima transessuale ad entrare a far parte di un governo svedese come Ministra dell’Istruzione).
Un evento storico, arrivato con estremo ritardo rispetto agli altri Paesi nordici (in Norvegia, ad esempio, Gro Harlem Brundtland venne eletta premier già nel 1981) e quasi obbligato: nella nazione in cui si fanno continuamente tanti proclami (spesso falsi) sul livello di parità di genere raggiunto e che vede 6 degli 8 partiti maggiori guidati da donne, era più che un controsenso non avere mai avuto una donna a capo di un governo.
Magdalena Andersson raccoglie così il testimone ideale, riuscendo stavolta a portarlo al traguardo, lasciato da almeno altre due donne del passato più o meno recente. Entrambe vicinissime a sedersi nella poltrona più importante di Svezia: Mona Sahlin, in grado di sciupare ben due occasioni principalmente per demeriti propri, e soprattutto Anna Lindh, il cui assassinio nel 2003 interruppe bruscamente una scalata al potere che era ormai già decisa.
La strada per la neo Prima Ministra non è però in discesa. Anzi. A settembre prossimo scade la legislatura naturale e ci saranno, come di consueto dopo quattro anni, nuove elezioni. La situazione politica e parlamentare (anche) in Svezia non è mai stata così complessa e instabile, con un “tutti contro tutti” che rende quasi impossibile, ad oggi, prevedere cosa succederà. La sensazione è comunque che tutto dipenderà dal Partito di Centro, vero ago della bilancia politica negli ultimi anni, e da quanto resterà coerente con la linea di non collaborare con i partiti più estremi.
Magdalena Andersson ha però dalla sua una grande competenza (soprattutto economica), una simpatia politica che va anche al di fuori del proprio schieramento ed è una figura sempre più popolare tra l’elettorato, come dimostrano anche dei recenti sondaggi. E poi è donna: un elemento di novità che potrebbe giocare a suo favore anche in chiave elettorale.
Lycka till Magdalena! Buona fortuna!
Immagine di copertina: Frankie Fouganthin, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons