Natale, luci e luminarie, lo sappiamo, sono termini che vanno d’amore e d’accordo tra loro. Neanche in Svezia questa regola fa eccezione, anzi: basti pensare alla sentitissima Festa di Santa Lucia! A latitudini così estreme in cui, in questo periodo dell’anno, l’oscurità la fa da assoluta padrona, la luce è più di una necessità. Ed in mancanza della luce naturale, ecco che candele e luci artificiali assumono un’importanza enorme: per l’umore, ma anche per creare quella atmosfera mysig a cui, da queste parti, non è possibile rinunciare.
In particolare sono due le luminarie natalizie più tipiche e più diffuse in assoluto (anche) qui in Svezia. La prima è la corona d’Avvento, la seconda è la stella di Natale – detta anche stella dell’Avvento o stella moraviana: entrambe hanno le radici nella Germania del 1800, benché richiamino usanze e tradizioni ben più antiche. Scopriamole insieme!
La corona d’Avvento

Tra le luci e luminarie (pre)natalizie più famose, c’è sicuramente la corona d’Avvento: composta da rami e foglie di sempreverdi che fanno da cornice ad un numero variabile di candele, ha sempre avuto un contenuto simbolico. Sebbene di origine pagana, il Cristianesimo ha adottato la forma circolare della corona come rappresentazione dell’amore infinito di dio e i rami di sempreverdi e le luci delle candele come simbolo di vita anche nei (bui) mesi invernali.
Fu un pastore protestante tedesco, Johann Hinrich Wichern, a riscoprire e riproporre la corona in tempi più recenti.
Wichern lavorava a stretto contatto con i poveri. E i bambini della scuola missionaria da lui fondata ad Amburgo furono la fonte di ispirazione. Pare che essi chiedessero giornalmente se il Natale, nell’anno in corso, sarebbe arrivato: per renderli partecipi al periodo dell’Avvento e per creare in loro l’aspettativa del Natale, il pastore modellò inizialmente una sorta di anello di legno in cui inserì 28 candele (24 piccole candele rosse, da accendere progressivamente dal lunedì al sabato di ogni settimana per quattro settimane; 4 candele bianche, più grandi, da accendere nelle quattro domeniche d’Avvento). Era il 1839.
La corona d’Avvento in Svezia
In Svezia la tradizione è arrivata alla fine del 1800, ma è solo negli anni venti del Novecento che si è diffusa nel Paese: prima sottoforma di un candeliere con sette candele (modello rimasto sino ad oggi, ma in versione prevalentemente elettrica), poi con un candeliere a quattro candele (una per ogni domenica d’Avvento). È praticamente impossibile non notare uno di questi candelieri se si passeggia per le strade delle città svedesi: il loro luogo abituale, all’interno di case e uffici, è ovviamente il davanzale della finestra!
La stella moraviana



Anche la stella moraviana ha spesso a che fare con le finestre svedesi: viene appesa, o – a seconda del modello – viene semplicemente collocata nei davanzali. E anche lei ha origini tedesche. Siamo nel 1821, nel collegio moraviano di Niesky, Sassonia. Cade in quell’anno il cinquantesimo anniversario della scuola. Qualcuno progetta e costruisce (pare durante una lezione di geometria) una stella di carta di 110 punte che viene usata come decorazione per la ricorrenza. Qualche anno dopo, un ex studente del collegio – Peter Verbeek – apre una libreria e comincia a produrre e vendere in serie materiali e relative istruzioni per il montaggio della stella. È l’inizio di un’attività – di ispirazione moraviana – che va avanti tuttora: chi conosce la Germania, avrà sicuramente sentito parlare delle stelle Herrnhuter.
La stella moraviana in Svezia
La stella arrivò in Svezia alla fine del 1800 come dono alla Cattedrale di Västerås. Ma fu a partire dal 1910 che la tradizione prese piede in modo definitivo: fu la moglie tedesca di un pastore protestante svedese, una tale Julia Aurelius, a portare con sé la stella al momento del suo trasferimento dalla Germania a Lund. Da allora molte famiglie della cittadina svedese cominciarono ad appendere la stella alla propria finestra. Sino a quando un grossista di carta – negli anni Trenta – intuì l’affare: cominciò ad importare in vasta scala le stelle Herrnhuter che – cambiando forma, dimensione, colore e materiale – divennero con il tempo un must in tutte le case svedesi e patrimonio della tradizione natalizia di tutto il Paese. Fondamentale in questo senso il ruolo svolto, qualche anno più tardi, da un altro importantissimo imprenditore svedese: Erling Persson (diventato poi famoso per aver fondato l’illustrissimo marchio e catena H&M).
Oggi non c’è casa, negozio o ufficio che – tra le varie luci e luminarie natalizie – non abbia almeno un candelabro o una stella moraviana alla finestra.
Gli alberi di Natale
Ovviamente anche in Svezia non può mancare l’albero di Natale. Anche in questo caso, la tradizione di avere degli alberi vivi (o dei rami) all’interno delle case – o in prossimità degli ingressi – non è certamente recente. Nelle credenze popolari avevano un ruolo apotropaico: dovevano mantenere lontane le disgrazie ed ogni genere di male.
L’albero di Natale come lo intendiamo noi arriva però un po’ più tardi e, anche in questo caso, dalla Germania. La tradizione si afferma prima solamente presso le famiglie benestanti, molto spesso latifondiste: la prima traccia in questo senso arriva da una fattoria a sud di Stoccolma, proprietà della famiglia Wrede-Sparre. Correva il 1741. È solo a partire dalla metà del 1800 che anche le case cittadine (ancora una volta quelle più ricche) cominciano a decorarsi con degli alberi: prima piccoli, poi sempre più grandi. Alberi addobbati inizialmente con mele (per mantenere diritti i rami), candele, ciambelle allo zafferano ed altri dolciumi. Tutto ciò sino all’affermazione definitiva delle classiche decorazioni natalizie preconfezionate ed acquistabili nei grandi magazzini delle città.
Successivamente, e parliamo dei primi anni del Novecento, è nata l’usanza di decorare gli alberi con piccole bandiere svedesi.
Attualmente, l’albero di Natale (quasi sempre un abete rosso) si vende nei mercati, nelle piazze ed in altri punti strategici delle città ed è possibile acquistarlo ad un prezzo che si aggira mediamente attorno alle 500 corone svedesi.