Stoccolma e la Svezia
come nessuno te le ha ancora raccontate
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Federico Puggioni

Federico Puggioni

Nato a Cagliari, ho studiato a Bologna e Copenhagen. Vivo a Stoccolma dal 2006 dove lavoro come insegnante e guida della città. Sono blogger freelance dal 2005 ed ho collaborato con alcune testate giornalistiche con articoli su Stoccolma e la Svezia. Nel 2014 ho fondato StockholMania Tours, portale attraverso cui offro visite guidate di Stoccolma e dintorni.
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Pasqua in Svezia: tradizioni e curiosità

Sapete quando si festeggia la Pasqua in Svezia? “Che domanda retorica!” dirà qualcuno. A ragione.

Ma la risposta non è così scontata: la Pasqua svedese si festeggia alla vigilia. O meglio dire: la chiesa svolge le sue regolari funzioni la domenica, ma la tradizione popolare preferisce spostare i festeggiamenti al sabato. Perché mai?

La ragione non è certa. Si pensa che si faccia così perché anche a Natale si fa così: in quest’ultimo caso, il giorno più importante è il 24 dicembre e non il 25. Tale consuetudine arriva da lontano: risale a quando l’orologio meccanico ancora non esisteva e si era soliti far cominciare il giorno nuovo al calar del sole. E non a mezzanotte come ormai siamo abituati.

Le convenzioni sulla misurazione del tempo sono cambiate, dunque. Ma non le tradizioni.

Tuttavia, in Svezia, sono particolari anche i giorni precedenti al sabato pasquale.

Påskkärring.

Lena Granefelt/imagebank.sweden.se
Lena Granefelt

Il giovedì santo, in gran parte del Paese, è il giorno del påskkärring: la vecchiaccia di Pasqua. Un’antica credenza popolare raccontava del viaggio che le streghe, in sella alle loro scope, facevano sino alla fittizia Blåkulla per festeggiare il sabba con il diavolo. Il viaggio di andata era il giovedì santo, quello di ritorno – ad orgia e banchetto conclusi – il sabato. Di questa leggenda sono rimaste alcune tracce. La prima ha come protagonisti bambine e bambini: vestiti da strega o da vecchi uomini (ma anche, a volte, da gatto o cane), la sera del giovedì santo (ma, a seconda della zona, anche negli altri giorni prepasquali) i bimbi vanno in giro per il loro quartiere, bussano alle porte dei vicini, augurano una felice Pasqua e – in cambio di un biglietto pasquale da loro disegnato – ricevono dolci, soldi o altri piccoli doni.

La seconda traccia si ritrova nei falò che tuttora vengono accesi, in diverse regioni della Svezia, la sera della vigilia di Pasqua per “spaventare le streghe durante il loro viaggio di ritorno da Blåkulla”. Il tema del fuoco si ritrova anche in occasione della notte di Valpurga.

Långfredag.

Il venerdì santo da queste parti è chiamato långfredag, il lungo venerdì. Perché?

Sino a non tanti decenni fa il venerdì prima di Pasqua era dedicato esclusivamente alla quiete, al silenzio, alla preghiera, alla sobrietà, alla frugalità dei pasti. Televisione e radio dedicavano l’intero palinsesto al tema pasquale (lettura di salmi e cose simili), i negozi rimanevano chiusi ed anche i bambini erano costretti a rispettare la ricorrenza: i giochi, in quella giornata, non erano assolutamente consentiti. Un venerdì noioso, che dava l’impressione di non finire mai. Un venerdì lungo.

Ora non è più così. Långfredagen è un giorno rosso nel calendario: per la maggior parte, un giorno di vacanza.

Påskris.

Con il graduale distacco della società svedese dai canoni religiosi, anche altre tradizioni si sono modificate e modernizzate. Ma non tutte: rimane – ad esempio – il “riso di Pasqua”. Benché la sua funzione si sia notevolmente trasformata nel tempo.

piume påskris pasquaLa tradizione trova la sua origine, anche in questo caso, nella fusione tra riti pagani e significati religiosi: il riso di Pasqua altro non è che un fascio di rami di betulla o simili, ancora privi di foglie e germogli, che in passato veniva usato per flagellarsi – in modo leggero – a vicenda. Un qualcosa che in senso pagano portava fortuna e che in senso religioso ricordava la flagellazione di Gesù Cristo. Tale “flagellazione” – che ricorda molto una pratica, ancora in voga in certi contesti, usata nelle saune – con il tempo è diventata un gioco permesso anche ai bambini: un qualcosa che non è più così diffuso, almeno nei centri urbani. I rami di betulla vengono usati oggi come decorazione: si immergono in un vaso di acqua, si addobbano con piume colorate, piccole uova di legno dipinte ed altri piccoli oggettini principalmente in legno (pulcini, galli e galline ed altri animali) e li si lascia fiorire.

Altre tradizioni.

In Svezia non esistono uova di cioccolato nel senso italiano del termine, ma – accanto alle uova sode dipinte – sono molto diffuse quelle in cartone (con disegni in tema pasquale) che si riempiono di caramelle, dolci e cioccolatini. Il pranzo pasquale – non molto diverso da quello natalizio – consiste di aringhe, salmone, uova sode, forse un po’ di carne (solitamente agnello), pane, formaggio e dolce. Come bevanda – oltre al vino – ci può essere la birra di Pasqua (una birra speciale prodotta per l’occasione) o il Påskmust, una specie di cola venduta solo nel periodo pasquale (ma che è esattamente la stessa cosa del Julmust, la cola natalizia).

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