Stoccolma è una città particolare anche per quanto riguarda la sua toponomastica: quasi ogni zona, ogni quartiere, ogni via o piazza ha un nome che si ricollega alla storia del posto, a qualche personaggio più o meno famoso, a qualche aneddoto.
Stoccolma è anche una città in continua espansione. L’offerta di alloggi non è in grado di rispondere alla domanda ed i cantieri edili non sono difficili da trovare, soprattutto nelle periferie.
Ci sono però due ordini di problemi:
a) le zone periferiche non godono certamente dell‘appeal dei quartieri centrali;
b) le stesse zone periferiche sono tuttora caratterizzate – molto spesso – da edifici industriali, vecchie officine, sedi di uffici di vario genere: dei giganti in cemento e mattoni che di certo non aiutano l’estetica. O che comunque, qualora vengano riconvertiti ad uso abitativo, necessitano di qualche elemento in più, d’impatto e di tendenza, che attiri gli eventuali acquirenti.

Uno di questi elementi è il nome della zona. Più la toponomastica è al passo coi tempi e “suona bene”, e più aumentano le possibilità di fare diventare una zona sconosciuta un quartiere di primo livello.
E se tale nome non rispetta queste caratteristiche? Semplice: lo si cambia! Poco importa se in questo modo si cancella il riferimento precedente, se si cancella una – seppur piccola – parte di storia. Lo sanno bene le imprese edili, e pure i politici.
Esempi di quanto appena detto se ne potrebbero fare diversi, ma prendiamo come campione il caso del quartiere industriale di Vreten, comune di Solna (hinterland di Stoccolma). Una zona con numerose industrie e con una delle sedi dell’Agenzia delle Entrate svedese.
Il quartiere – che si affaccia su una piccola insenatura del lago Mälaren – aveva già cambiato nome nel più altisonante Solna strand (Solna spiaggia) quando un’impresa edile cominciò a riorganizzare la zona, una decina di anni fa. Nei giorni scorsi, anche la stazione della metro ha seguito lo stesso destino. Sempre su spinta dell’impresa edile: la fermata della linea blu “Vreten” ora si chiama, anch’essa, “Solna strand”.
Alla cerimonia di “battesimo” erano presenti i politici locali, l’amministratore delegato dell’azienda dei trasporti pubblici di Stoccolma SL e, ovviamente, i rappresentanti dell’impresa edile. La quale ha pagato fior di quattrini per fare cambiare nome e segnaletica alla stazione metro.
Ciò è stato fatto, si è detto, per evitare confusione: avere una fermata metro con lo stesso nome del quartiere va sicuramente meglio. Sì, ma come ben scrive Viktor Barth-Kron sul Dagens Nyheter del 19 agosto, l’argomento è debole.
Il giornalista, vista la presenza di tante altre “spiagge” nel comune di Solna, sottolinea che il nome “Solna strand” non è poi così originale e così privo di potenziali equivoci. Per evitare questi ultimi – puntualizza acutamente Barth-Kron – si è soliti dare ai luoghi dei nomi particolari e specifici: come Vreten, ad esempio.